Un Imperatore a Padova. Federico II di Svevia

Abstract

Aggiungiamo alcuni particolari agli articoli già pubblicati sulla presenza di Federico II a Padova. L’Imperatore Federico II con tutta la sua Magna Curia, fu a Padova in più occasioni, a volte, come nel 1235 e nel 1938 per vari mesi. Dopo l’importante vittoria di Cortenuova contro i Comuni lombardi e la conquista di Padova da parte di Ezzelino le pertinenze del monastero di Santa Giustina in Prato della Valle diventarono il quartier generale dell’esercito imperiale mentre la nuova moglie di Federico, l’Imperatrice Isabella d’Inghilterra, soggiornò presso il castello dei Dalesmanini, oggi Villa Grimani Valmarana di Noventa padovana. A Padova l’Imperatore ricevette l’Atto di scomunica, il secondo, da parte di Papa Gregorio IX e nel municipio di Padova Pier delle Vigne tenne un accorato discorso per confutare le motivazioni della scomunica.

 Federico II e Ezzelino III da Romano

Fig. 1 – Castello Cini o Cà Marcello (XIII) secolo)

L’Imperatore Federico II di Svevia, definito dai contemporanei ‘stupor mundi’ fu a Padova in più occasioni, alcune volte solo di passaggio con il suo esercito per muovere contro nemici esterni, tanto in Germania quanto nelle terre lombarde, altre volte per soggiornarvi per tempi significativamente lunghi. Il centro del potere di Ezzelino III da Romano, signore della marca veronese, dopo Onara, Romano, San Zenone e Bassano, prime basi della sua ascesa, divenuto vicario imperiale per la Lombardia era Verona, ma Padova, guelfa per tradizione, rimaneva città strategica di tutto [Fig. 1 Castello Cini o Ca’ Marcello (XIII secolo)] lo scacchiere orientale. Con tutta probabilità il primo transito dell’Imperatore da Padova fu nel 1232 per giungere a Cividale, dove aveva convocato una Dieta. Motivo principale di questa convocazione era riportare il figlio Enrico, re di Germania, all’obbedienza dopo che si era accordato con alcuni principi tedeschi contrari all’Imperatore. Nell’occasione rinnovò i privilegi, religiosi e temporali, al potente e ricco Monastero benedettino di Praglia sulle località di Tramonte, Tencarola, Brusegana, San Giorgio in Bosco e relativi territori. Un soggiorno a Padova che doveva consolidare il potere imperiale avvenne nel 1235: Padova aveva da poco costruito le solide mura di Cittadella, in contrapposizione alla pur munita Castelfranco, ulteriore segno di una volontà di Padova di sottrarsi al potere di Ezzelino e, quindi, all’autorità imperiale. Ma nuovi e più gravi segnali di insubordinazione del figlio Enrico, che, tornato in Germania, aveva continuato la politica contro il padre e si era alleato con la Lega lombarda, costrinsero l’Imperatore a recarvisi con urgenza. Re Enrico fu deposto e condannato a morte, condanna in seguito commutata nel carcere a vita.

1235 – Il monastero di Santa Giustina divenne il quartier generale di Federico II

Fig. 2 – Particolare del “De Arte Venandi cum Avibus”

Di ritorno dalla Germania Federico II fu nuovamente a Padova, sempre in appoggio a Ezzelino, per riorganizzare l’esercito in vista dell’attacco definitivo ai Comuni lombardi; lo scontro avvenne  l’anno seguente con l’importante (Fig. 2Federico II in “De Arte Venandi cum Avibus”). vittoria di Cortenuova. Dopo questa battaglia e la conquista di Padova da parte di Ezzelino, le pertinenze del monastero di Santa Giustina in Prato della Valle diventarono il quartier generale dell’esercito imperiale. In questo anno e nel successivo anche la nuova moglie di Federico, l’Imperatrice Isabella d’Inghilterra, soggiorò, come in precedenti occasioni, nei dintorni di Padova presso il castello dei Dalesmanini, oggi Villa Grimani Valmarana. L’anno 1238 vi nacque (ma alcuni storici collocano questa nascita a Ravenna) Enrico Carlotto, ucciso a soli quindici anni, forse per ordine del fratellastro Corrado. È questo il soggiorno più lungo e significativo dell’Imperatore a Padova, punto strategico fondamentale.

1239 – L’imperatore ricevette a Padova l’atto di scomunica

Da qui diresse la ristrutturazione e l’ampliamento della Rocca di Monselice, confermando la cittadina come sede del tribunale d’appello imperiale, da qui il suo esercito mosse contro Faenza, città alleata del Papa e contro Castelfranco e il territorio di Treviso dopo che Alberico ne aveva preso possesso in opposizione al fratello Ezzelino. Qui, il 20 marzo 1239, la Domenica delle Palme, mentre tutta Padova rendeva omaggio all’Imperatore con una grande festa popolare, con gare, animali addestrati, giocolieri, funamboli, danzatori, acrobati, l’Imperatore ricevette l’Atto di scomunica, il secondo, da parte di Papa Gregorio IX e nel municipio di Padova il giorno di Pasqua Pier delle Vigne tenne un accorato discorso confutando punto su punto le motivazioni della scomunica. Dopo il 1239 non si ha notizia di ulteriori presenze di Federico II a Padova; la lotta contro il papato e contro i Comuni lombardi aveva spostato verso altri luoghi gli eserciti in lotta. Padova non era però soltanto punto strategico, era anche il punto di partenza per le amatissime cacce dell’Imperatore con il falcone e i ghepardi, era il luogo dove mostrare la magnificenza e lo sfarzo della corte con la meraviglia che poteva destare lo zoo, con i numerosi animali esotici e soprattutto con l’elefante, che apriva sempre il corteo imperiale. Della Rocca e delle mura di Monselice sono ancora oggi visibili ampie tracce anche se il tempo e gli eventi successivi, in particolare l’assedio dell’esercito della Lega di Cambrai in guerra contro Venezia, nel 1509, ne hanno distrutto molte parti. Altri significativi danni furono fatti in tempi recenti dalle escavazioni che hanno rovinato la fisionomia dell’intera collina.

Fig. 3 – Papa Gregorio IX lancia la scomunica a Federico II. Affresco di Giorgio Vasari, Palazzi Vaticani, Sala Regia

Bibliografia

 Eucardio Momigliano, Federico II di Svevia, Verona, Arnoldo Mondadori, 1953

Eberhard Horst, Federico II di Svevia. L’imperatore folosofo e poeta, Milano, Rizzoli, 1981

Gianluigi Peretti, Federico II sotto il cielo delle venezie, Padova, Panda, 2010

Alessandro Cabianca

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