Il progetto_old

Padova Sorprende. Tesori culturali e artistici di una città da scoprire. Questo il titolo della nuova rivista che si appresta ad entrare nel panorama editoriale della Città e della nostra provincia. Un titolo che, in realtà, incorpora già un programma e un progetto editoriale. L’assunto di fondo è chiaro e condivisibile. Padova presenta un patrimonio culturale di cui molte parti sono sconosciute non solo ai turisti frettolosi, ma molto spesso anche agli stessi padovani. Del resto, nell’analizzare le motivazioni che inducono molti turisti a scegliere Padova come destinazione si registra una forte prevalenza di due realtà polari: la Cappella degli Scrovegni e il Santo. Va detto tuttavia che, in questi ultimi anni molte cose sono cambiate. Non è certo casuale che, nel periodo compreso tra il 2004 e il 2018, le presenze turistiche in Città siano cresciute in modo esponenziale: più 118%. Il che significa che Padova comincia ad essere percepita, a livello nazionale e internazionale, come una importante Città d’arte. La recente candidatura Unesco del ciclo pittorico del Trecento a patrimonio culturale dell’Umanità, la Urbs picta, il cui esito sarà noto in luglio in Cina, ha fatto crescere notevelmente l’attenzione dei nostri concittadini nei confronti del nostro patrimonio, inteso nella sua accezione più ampia. Vorrei ricordare che le cronache del Trecento ci raccontavano che quando dei visitatori entravano nell’Oratorio di San Giorgio, nel sagrato del Santo, erano talmente affascinati e sorpresi dalla bellezza delle pitture di Altichiero che non volevano più uscire. Quanti padovani ci sono entrati nel corso dell’ultimo anno? Pochi, lo sappiamo. Ecco perchè penso che questa nuova rivista, che gode di prestigiosi collaboratori, ci aiuterà a scoprire, e a stupirci, dell’immenso patrimonio culturale che Padova ancora nasconde e che merita di essere disvelato.

Un grande in bocca al lupo e grazie per l’amore che ogni impresa culturale come questa lascia trasparire per Padova e la sua storia.

Andrea Colasio,
Assessore alla Cultura e Turismo
del Comune di Padova

A tutti sarà capitato, passeggiando per le vie di Padova, di scoprire un angolo, un palazzo, una chiesa che mai avevano attirato l’attenzione e che, visti da vicino, vi saranno parsi non solo degni di essere conosciuti, ma che avranno creato in voi sorpresa e il desiderio di saperne di più; di essere passati da via San Francesco, di aver visto una targa: Scuola della carità e, presi dalla curiosità, di aver salito quei pochi gradini trovandovi di fronte ad un capolavoro di cui non conoscevate l’esistenza. Oppure di aver accompagnato degli amici per le vie di Padova e di aver visto nei loro occhi la sorpresa di fronte alla bellezza delle piazze, agli affreschi di Giusto de’ Menabuoi del Battistero del Duomo o alla maestosità del Palazzo della Ragione e di essersi sentiti dire: “Noi di Padova conoscevamo Giotto e la Basilica di Sant’ Antonio, ma non tutta questa bellezza”. Ecco, i turisti che vengono solo per questi due immensi tesori d’arte e di storia a volte non conoscono nient’altro e questo si potrebbe dire per molti degli stessi padovani. E le cose non cambiano se allarghiamo lo sguardo alla provincia, alle città murate, ai castelli, alle ville, ai giardini, alle eccellenze storiche, architettoniche e produttive. Per non parlare dei grandi personaggi che da Padova hanno dato contributi fondamentali nel campo delle arti, della medicina, della scienza, su tutti il grande Galileo. Questo è l’obiettivo della Collana Padova sorprende: far conoscere, documentare, in una parola, sorprendere. Sarà uno strumento di divulgazione e di informazione che aiuterà i cittadini e i turisti a vedere Padova, anche quella meno nota, con maggiore consapevolezza della sua storia e del suo immenso patrimonio d’arte e di cultura. È l’inizio di una nuova, entusiasmante avventura e siamo certi di poter offrire con questa Collana al Comune, alla Provincia e alle forze produttive uno strumento per diffondere una più adeguata idea di Padova in Italia e all’estero.

Alessandro Cabianca
direttore editoriale
di Padova sorprende