I cinquant’anni dell’associazione ambientalista internazionale Wigwam. Parla il fondatore Efrem Tassinato

Abstract

“Servono fatti e non parole”: il 3 dicembre 1972, a Brusadure di Bovolenta, nasce la Comunità Ecologica Wigwam. In questa breve intervista il fondatore Efrem Tassinato, aggiunge un altro pezzetto della genesi di Wigwam. Esattamente oggi, cinquant’anni fa, esordiva la primissima Comunità Ecologica.

Efrem Tassinato

Introduzione

Sono trascorsi velocemente dieci lustri da allora e, per le tragedie prodotte dal cambiamento climatico, che anche in questi giorni hanno colpito il nostro Paese, pare inutilmente, ma c’è chi non è stato con le mani in mano. Il 3 dicembre 1972, infatti, proprio nella provincia di Padova, nel municipio di Bovolenta, un gruppo di giovani, con amministratori locali, dirigenti del Corpo Forestale dello Stato, qualche agricoltore del posto e un nutrito gruppetto di giornalisti (Gazzettino e Carlino) veniva presentata la Comunità Ecologica Wigwam, ovvero la primissima Comunità locale equo-sostenibile, di quella che oggi è una rete internazionale di ben 143 territori organizzati verso obiettivi di sostenibilità, estesa in 21 Paesi del mondo.

Il percorso di Wigwam

Wigwam ojibwe, da un dipinto del 1846 di Paul Kane

Efrem, per noi, ma soprattutto per altri è interessante conoscere come è iniziato il percorso di Wigwam. Ce ne spieghi le origini.

L’idea di istituire una Comunità Ecologica permanente, nasce da due esperienze che si collocano tra il 1970 e il 1972. Ho avuto questa idea di fondo e oggi mi ritrovo alla presidenza di una Rete Wigwam internazionale pensata in tempi non sospetti. Anche gli slogan “servono fatti e non parole” ed anche “basta parlare, occorre fare”, nascono dagli esordi di Wigwam a Padova oltre mezzo secolo fa.

Il primo fatto fu la battaglia per la chiusura delle cave dei colli Euganei, dove, con i fratelli Gianni e Franco Sandon ed alcuni altri fui, da giovanissimo attivista del Gruppo giovanile di Italia Nostra di Padova e vicepresidente del Comitato per la Difesa dei Colli Euganei, con segretaria Lieta Papafava dei Carraresi. In questi giorni si celebra anche l’anniversario della legge Romanato-Fracanzani, che decretò la fine di quello scempio. Provvedimento che costituisce la prima legge italiana di tutela ambientale e che perciò ha fatto scuola e non solo per l’Italia.

La costituzione della Comunità Ecologica

E per il secondo, e quindi alla costituzione della Comunità Ecologica come siete giunti?

Efrem Tassinato

La seconda iniziativa sono stati i Campi di Rimboschimento: il primo Campo è stato scelto a Malga Mariech sul Monte Cesen sopra Valdobbiadene nell’estate del 1971 e il secondo nella Valle del Droanello a Costa di Gargnano tra le montagne dell’Alto Garda Bresciano. Ero riuscito ad ottenere dall’allora Azienda di Stato per le Foreste Demaniali (poi dal 1974 regionalizzata) e dal Corpo Forestale, la possibilità di organizzare cantieri forestali esclusivamente formati da studenti. Lo scopo era duplice: da un lato contribuire alla riforestazione e alla manutenzione ambientale e paesaggistica dei territori montani, e dall’altro che l’esperienza determinasse un forte e mi auguravo indelebile imprinting educativo nei giovani partecipanti. Il mio ragionamento fu che non si pretendesse che, specie i giovani, acquisissero solo con discorsi sensibilità e quindi si formasse in loro una coscienza sul valore dell’ambiente. Necessitava il coinvolgimento in un’esperienza concreta, tangibile, fatta in prima persona e persino faticosa. Nella cinquantina del primo Campo, e negli oltre trecentocinquanta del secondo e in tutti quelli degli anni a seguire, questo si determinò e, per testimonianza di vita vissuta, anche nelle generazioni successive. Da padri e poi da nonni, molti di quei ex giovani sono tornati con figli e nipoti a far vedere gli alberi che loro avevano contribuito a piantare. Oggi magnifiche foreste!

Sembra di capire che con la Comunità Ecologica abbiate voluto allargare il campo di azione dalle montagne e dalle foreste all’agricoltura…

A Brusadure di Bovolenta si può dire che ci siamo arrivati, facendo lo stesso ragionamento ma spostato sull’agricoltura che, in quegli anni, veniva praticata con l’impiego di tonnellate di principi attivi, che già si sapeva del loro gravissimo impatto sulla salute dei consumatori, sull’ambiente e sugli stessi utilizzatori. La domanda cui abbiamo tentato di trovare una risposta era: perché gli agricoltori non praticano modalità di coltivazione e di allevamento con meno o nullo ricorso alle molecole di sintesi? Peraltro, alcuni dei più avveduti, pur sapendo del rischio? La risposta che davano era che l’uso dei veleni rappresentasse un male minore rispetto al maggior carico di lavoro e alle quantità di produzione ottenute. Era quindi necessario dimostrare che l’agricoltura pulita fosse tecnicamente possibile ed anche che poteva far tornare meglio i conti aziendali. Per dimostrarlo, abbiamo rimediato un piccolissimo appezzamento di terreno con un casolare pressoché allo stato di rudere e, armi e bagagli, un gruppetto di giovani reduci dal 2° Campo Rimboschimento, in prevalenza studenti di agraria e veterinaria, ha iniziato a viverci, sistemando il fabbricato, coltivando ortaggi e avviando una piccola attività di ristoro rurale. Anche serate informative e un vero e proprio corso di quella che oggi si definirebbe agricoltura biologica per gli agricoltori oltre che attività di accoglienza di scolaresche e di visite guidate.

E poi che cosa è successo?

Dal 1976 la sede centrale di Wigwam sta ad Arzerello di Piove di Sacco ed è da qui che ha iniziato a svilupparsi la rete, principalmente col passaparola, e con una comunicazione puntuale e mirata. Un’esperienza che nel tempo le è valsa il riconoscimento con decreto del Ministero dell’Ambiente quale Associazione di Tutela Ambientale a valenza nazionale che, tra quelle eminentemente ecologiste riconosciute, risulta essere tra le primissime a nascere in Italia e nel mondo. Unica delle certificate per decreto che abbia avuto origine e continui a mantenere la propria sede legale e direzione centrale in Veneto.

Wigwam oggi

Che cosa è e fa oggi Wigwam?

Wigwam opera a supporto dei territori che decidono di intraprendere un percorso di sviluppo orientato alla sostenibilità culturale, sociale, economica e ambientale. Lo fa attraverso l’individuazione di progetti/percorsi coesivi delle diverse componenti che formano le Comunità Locali: i cittadini innanzitutto, aiutandoli a scelte di consumo consapevoli; le aziende che sempre di più vanno comprendendo che i prodotti e i servizi realizzati e offerti all’insegna della sostenibilità rappresentano il migliore dei business strategici; infine le istituzioni, che spesso si trovano impastoiate nella contingenza dell’immediato da prassi burocratiche e da politiche di  buone intenzioni senza i fatti che ne dovrebbero conseguire. In questo quadro da un lato aiuta a creare un’offerta integrata coerente con i principi dell’equità e della sostenibilità, e dall’altro promuove l’interscambio tra le Comunità Locali per generare sinergie su scale più ampie (regionali, nazionali, internazionali), disseminazione di buone pratiche provocando con ciò stimoli emulativi. Perché, se ne uscirà solo insieme e tutti devono fare la loro parte per costruire progressivamente un ecosistema dove, alla cruda selezione darwiniana, si sostituiscano i vantaggi della collaborazione solidale.

Wigwam Arzerello – Turchia 20/07/2022

Per il grande pubblico: che significato ha Wigwam?

Wigwam è una filosofia di vita, una specie di metafora che di fronte a certi problemi non si sta a guardare ma si passa a fatti concreti. Nella storia era una tenda a cupola in uso tra i nativi Indiani del Canadà e della Nuova Inghilterra ma pure di altri popoli nomadi. Sta insomma a significare un vivere non artificiale ma genuino, vicino alla natura.

Intervista raccolta da Gianluigi Peretti

Wigwam Circolo di campagna di Arzerello

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