Antiche cronache sull’arrivo a Padova di Federico II

Abstract

L’Abate Anton-Bonaventura Sberti, citando cronache antiche, ci dà notizia dell’accoglienza ricevuta dall’Imperatore Federico II al suo arrivo a Padova nel 1239. Continua così la nostra ricerca di curiosità e aneddoti intorno alla presenza dell’Imperatore svevo a Padova, già segnalata in un precedente articolo, per sottolineare il caloroso benvenuto riservatogli dalla cittadinanza.

Degli spettacoli e delle feste che si facevano in Padova dell’abate Sberti

«I nostri Storici concordano coi soprallegati Codice ambrogiano col. 376 e Chronicon estense col. 308 nell’anno in cui qui venne Federico II, Imperatore. Venne egli dunque nell’anno 1239 di gennaio accompagnato da moltissimi gran personaggi di varia nazione, e col suo numeroso esercito. Il citato Caroldo dice nel 1239: “Federico venne a Padova accompagnato da molti nobili Genovesi, cavalieri Alemani, Pugliesi, Saraceni, et altri Greci. Stette in Padova alloggiato nel monasterio di santa Giustina per doi mesi, nel qual tempo S. M. faceva la guerra a Veneziani. Ed i Padovani [Pietro Messia, Vite degl’Imperatori tradotte da Alfonso Vlloa, edizione veneta presso Valgrisio 1061 (1561? nota), pag. 911] per le persuasioni di Ezelino, che già habbiamo detto, che haveva gran potere in Lombardia, lo riceverono nella città credendo che gli sarebbono osservati i privilegi et capitoli della pace fatta con Federico primo: ma Federico gli diede quelle leggi che volse come a sudditi, et vassalli”. Quindi Eccelino andò incontro a lui per ben cinque miglia verso Vicenza con tutti i cavalieri, dame, popolo e soldatesca sfoggiatamente vestiti, e pieni d’allegrezza, con numerosi e varj strumenti, e col Carroccio realmente adornato: alla porta poi della nostra città fu ricevuto dal Vescovo, da tutto il clero, e da altro numerosissimo popolo. Giacomo Testa, cittadino popolare, gli presentò lo stendardo che pendeva dall’antenna del Carroccio a nome della comunità.
E l’Imperatore fu alloggiato nel palazzo vescovile, ma il giorno addietro passò nel monistero di santa Giustina, ove dimorò per due mesi circa; andando di quando in quando a Noventa, ove allora dimorava sua moglie, la quale era la figlia del Re d’Inghilterra. Il nostro Rolandino lib. IV.cap. IX. pag. 41 aggiunge: che nel dì solenne delle Palme concorse tutto il popolo padovano nel Prato della Valle, secondo l’antica usanza; e che quivi l’Imperatore sedente su d’alto trono si mostrò con volto ilare. Poi seguendo la festa di Pasqua, portossi ad udir la Messa nella cattedrale, indi ritornossi a santa Giustina».
Abbiamo citato senza modifiche questo brano storicamente significativo da pagina 46 di questo antico libro del 1818 Degli spettacoli e delle feste che si facevano in Padova opera dell’Abate Anton-Bonaventura Sberti padovano in: K.K. Hofbibliothek Osterr. Nationalbibliothek 20.Cc.321.

Delle historie del mondo di Giovanni Tarcagnota

Risulterebbe che l’Abate Sberti abbia tratto queste notizie da un precedente libro Delle historie del mondo di Giovanni Tarcagnota, che aveva avuto notevolissimo successo come dimostrano le numerose ristampe. Fu pubblicato da Plinio Pietrasanta, in Venezia, 1557, ripubblicato, commentato e integrato da vari studiosi, da M. Mambrino Roseo da Fabriano, da Lodovico Dolce (sempre in Venezia presso Michele Tramezzino, 1558, 1562, 1573, 1580, 1592, 1598 e ancora presso Sansovino, 1569, e presso Barezzi, 1644) e da Bartolomeo Dionigi da Fano (presso Varisco, 1617 e presso Turrini, 1650). Anche a dimostrazione che Venezia era in quegli anni il centro internazionale della diffusione della stampa.

Nota

Unica correzione al testo originale la data 1061, improponibile, ma così riportata. Si tratta di un refuso del copista, uno zero al posto di un cinque. (1561, non 1061. ndr.).

La Redazione

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