Il monastero benedettino olivetano sul Venda (secoli XII – XVIII)

Abstract

Del monastero degli Olivetani ormai possiamo ammirare solo i monumentali ruderi, come fece anche il poeta inglese Percy Bysshe Shelley che nell’autunno del 1818, guardando dalla balconata a oriente dell’ex convento dei Cappuccini a Este che lo ospitava, descrisse i Colli Euganei con una bellissima frase “isole fiorite che donano conforto nel mare della vasta angoscia dell’animo umano”.

Il progetto

Nella ricostruzione (fig.1) del monastero Benedettino Olivetano, progetto realizzato negli anni ’90 da: Provincia di Padova, Primo Roc e Parco Regionale dei Colli Euganei, possiamo avere un’idea di come appariva. Il disegno originale è dell’Architetto Michele Potocnik.

Il monastero risale alla prima metà del 1100 ed è situato sulla sommità del Monte Venda: le due tavole (fig.2) permettono di confrontare quello che doveva essere il suo aspetto di un tempo con i resti visibili attualmente.

Si narra che la costruzione inziale sia stata opera di Adamo da Torreglia (1140 circa – 1190 circa), primo eremita del monte Venda, e che nel 1207 i Benedettini abbiano eletto l’edificio luogo di ritiro. Nel 1229 vennero effettuati ampliamenti grazie alle donazioni dei Maltraversi, nobile famiglia di Castelnuovo di Teolo. Negli anni successivi, grazie a ulterirori donazioni da parte anche dei Carraresi, venne edificata la chiesa di San Giovanni Battista per volere del priore di Santa Giustina.

Breve storia

Sul finire del 1300, a causa della crisi che l’ordine benedettino stava attraversando, il monastero correva il rischio di andare in decadimento: per questo motivo il Vescovo di Padova lo affidò all’ordine degli Olivetani che intervennero con ulteriori ampliamenti. Il periodo dei monaci Olivetani si concluse nel 1771 quando vennero allontanati per volere della Serenissima che ne disperse le proprietà vendendole a gente del luogo. Da quel momento il monastero iniziò l’inesorabile percorso verso il declino.

Il Parco letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei ricorda con una targa la poesia di Shelley, affascinato dal paesaggio Euganeo, che si può definire il suo laboratorio poetico e fu di ispirazione per alcuni capolavori quali Prometeo liberato, Giuliano e Maddalo e Versi scritti tra i Colli Euganei.

Didascalie relative alla fig.1

1 Chiesa di San Giovanni Battista
2 Probabile sacrestia
3 Area primo chiostro costruito prima del 1350
4 Probabile refettorio
5 Scala di collegamento principale
6 Cucine
7 Area del secondo chiostro costruito dopo il 1350

Gabriele De Negri

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