Le imprese dell’egittologo Belzoni

Abstract

Con riferimento alla Grande Mostra su Belzoni, organizzata dal Comune di Padova presso il Centro Culturale Altinate San Gaetano, di cui abbiamo avuto già modo di scrivere, riportiamo un breve stralcio di un articolo giornalistico di Maria Irma Mariotti che ricorda le principali tra le innumerevoli ricerche archeologiche di questo geniale personaggio.

Maria Irma Mariotti, giornalista e scrittrice, nel dicembre 1992, commentando una documentata biografia di Giovanni Battista Belzoni (1), sottolinea le molte imprese di questo grande padovano, iniziatore dell’egittologia, in un articolo uscito sulla Gazzetta di Parma, di cui riportiamo alcuni stralci.

“Oltre alla mirabolante scoperta, nel 1817, della tomba di Seti I, la più grande conosciuta e a tutt’oggi non ancora completamente esplorata, del lungo elenco delle sue imprese non si può non ricordare: tra il ’16 e il ’17, il disseppellimento e la ricognizione del tempio di Abu Simbel già individuato dal Burckhardt; il ritrovamento, nel ’18, della piramide di Chefren (2600 a.C.) lì per lì ritenuta solida; il rinvenimento e la localizzazione di una delle tre città di Berenice fondate da Tolomeo Filadelfo, quella detta oggi Trogloditica, sulle rive del Mar Rosso, nel ’19. Destinato anch’esso all’Inghilterra, il trasporto dell’obelisco di File – che con la stele di Rosetta permetterà allo Champollion la completa decifrazione dei geroglifici – ha invece per lui esito letale. L’urto, questa volta frontale e con seguito giudiziario, con l’infido piemontese Bernardino Drovetta, ex ufficiale napoleonico e capo degli scavatori francesi, costringe infatti Belzoni a lasciare ogni lavoro e a tornare a Londra, da dove, stanco di rimanere inoperoso, riparte tre anni dopo con l’incarico della Britisch Geografhic Society di accertare le origini del fiume Niger e l’esistenza della misteriosa città di Timbuctu.E’ durante questa ricerca che il gigante padovano, forse avvelenato dagli indigeni ingolositi dal cospicuo bagaglio, muore nella foresta di Gatwuo il 3 dicembre del 1823. Aveva 45 anni”. (2)

La vita avventurosa di Belzoni è qui in tutta evidenza e mostra quale fondamentale contributo egli abbia dato alla conoscenza della civiltà egizia, spesso ostacolato da personaggi disposti a tutto pur di prendersi il merito, e non solo il merito, delle sue scoperte. Per i 200 anni dal ritorno del Belzoni dall’Egitto Padova lo celebra con una grande mostra. (3)

Maria Irma Mariotti

Riferimenti:
1) Gianluigi Peretti, Belzoni, il pioniere dell’egittologia, Coop. Giordano Bruno editrice, Este, 1985
2) L’italiano che scoprì l’Egitto di Maria Irma Mariotti, Gazzetta di Parma, 30 dicembre 1992
3) La Mostra L’Egitto di Belzoni. Un gigante nella terra delle piramidi è aperta a Padova presso il Centro Culturale Altinate San Gaetano fino al 28 giugno 2020.

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