Padova culla e ambasciatrice della musicoterapia Nāda Yoga

Abstract

Un excursus storico di eventi artistici e culturali in cui la città di Padova assurge a culla della musicoterapia orientale Nāda Yoga (Yoga del Suono) e della World Music, diffondendo in altre parti del mondo il messaggio universale di fratellanza, collaborazione e scambio interculturale, attraverso le iniziative del musicista e musicoterapeuta Riccardo Misto.

Musicoterapia Nāda Yoga

Musicoterapia Nāda Yoga a Padova. Cosa c’entra la musica indiana con la musicoterapia? Ebbene, la forma più antica di terapia musicale è proprio quella che la cultura indiana offre e che si concretizza nel cosiddetto “Yoga del Suono” (Nāda Yoga), disciplina millenaria basata sulla vibrazione, sulla musica e sulla coscienza del corpo. Uno specialista come Riccardo Misto racconta la sua esperienza di musicoterapeuta.

Nel maggio del 2008 ho avuto il piacere di ospitare a Padova il mio Maestro di sarod (liuto indiano) Partho Sarothy di Calcutta, organizzando per lui una serie di concerti di musica classica indiana, il primo dei quali si è svolto al Cinema Porto Astra. E’ stato l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione che ha fatto conoscere al pubblico padovano il grande virtuoso, allievo prediletto di Ravi Shankar, che ha mostrato una notevole versatilità, accettando di essere coinvolto in sperimentazioni con svariati strumenti da me suonati (chitarra elettrica, yangqin cinese, rebab afghano, batteria e canto armonico): tutto questo nei vari appuntamenti che in molti anni lo hanno visto esibirsi a Padova e in altre città italiane (Bologna, Vittorio Veneto, Milano, Ancona, Roma Ravenna, Vicenza, Treviso ecc.).
Ma Mentre stavo studiando ad Assisi, nei primi anni novanta, al corso quadriennale di musicoterapia (il primo organizzato in Italia) ho avuto la fortuna di imbattermi in un altro musicista indiano, Shri Vemu Mukunda di Bangalore, con cui ho potuto approfondire i principî e le tecniche di questo meraviglioso sistema di cura, diplomandomi poi al suo corso triennale tenuto in Italia.
Gli insegnamenti ricevuti da lui sono stati preziosi e mi sono serviti moltissimo nella professione di musicoterapeuta intrapresa presso il Centro Diurno del Villaggio sant’Antonio Onlus a Noventa Padovana: più di 35 anni di lavoro con soggetti disabili, culminato con la realizzazione del “Bosco Incantato”, installazione permanente di percorsi sonoro-musicali in cui è stato possibile sperimentare e creare nuove sonorità ottenute da materiali di scarto e strumenti poveri, ma ricchi di fantasia, fascino e poesia. Tutto il progetto, comprensivo di favole che ne illustrano i fondamenti musicoterapeutici, è documentato in un libro che ho recentemente pubblicato. Ho avuto anche modo di illustrare i fondamenti dello Yoga del Suono in ambito scolastico, con il Corso di aggiornamento “La Musica come Strumento Pedagogico e Terapeutico – Sistema Corpo & Suono”, tenuto in diverse scuole elementari e medie di Padova.

Cos’è la musicoterapia

Parlando di “musicoterapia” è bene precisare cosa si intenda e quali siano le caratteristiche di questa particolare forma di intervento. Etimologicamente dobbiamo chiarire che “terapia” significa “cura” e quindi prendersi cura, e nella sostanza riguarda il trasformare uno stato di malattia o di non corretto funzionamento del sistema psicofisico di una persona. Nella fattispecie della  musicoterapia Nāda Yoga la cura consiste nel convertire in positività i blocchi energetico emotivi, causa dello scorretto fluire delle energie vitali con conseguente ricaduta a livello fisiologico e/o psichico: è il principio universalmente riconosciuto dell’effetto psicosomatico.
Il concetto di musica è alquanto vasto e si presta a svariate e suggestive interpretazioni, andando al di là delle quali parliamo tecnicamente di ”organizzazione del suono in disciplina su basi matematiche”. Questo fa capire come nello Yoga del Suono non ci sia spazio per aspetti mistici, religiosi o comunque non verificabili scientificamente. Il riferimento alla base matematica riguarda la possibilità di assegnare un valore emotivo preciso e universalmente riconosciuto a ciascuna delle dodici note in cui viene divisa l’ottava musicale, e quindi di congegnare un numero rilevante di scale (strutture melodiche) con cui procedere alla pulizia dei blocchi emotivi, trasformando le energie bloccate in un processo catartico profondo. Questi modelli sonori andrebbero intonati dal paziente, seguendo precise modalità esecutive alla portata però di chiunque, basandosi sulla nota tonica personale, la frequenza di base che caratterizza lo stato di centratura ed equilibrio di ciascuno di noi, ricavabile dalla voce parlata con una specifica procedura.

Recenti studi sul sistema musicoterapeutico del Nāda Yoga

Recentemente è stato pubblicato un mio articolo, “Therapeutic Musical Scales: Theory and Practice”, riguardante l’uso terapeutico delle scale musicali, dalla rivista scientifica OBM Integrative and Complementary Medicine Journal.
Oggi, infatti, il sistema musicoterapeutico del Nāda Yoga viene riconosciuto e avvalorato dagli studi che la medicina ufficiale ha effettuato, basti per tutti il collegamento che fa Stephen W. Porges, un docente universitario presso il Kinsey Institute, Indiana University Bloomington e professore nel dipartimento di psichiatria presso l’Università della Carolina del Nord, tra le pratiche che utilizzano la voce e il respiro e la loro influenza sul nervo vago, responsabile del corretto funzionamento delle principali funzioni vitali (circolazione sanguigna, apparato respiratorio e digerente, gestione delle emozioni), nonché sulla cosiddetta “coerenza cardiaca”, in base alla quale è possibile equilibrare in modo efficace il sistema nervoso autonomo.
Questo, ed altri basilari aspetti del Nāda Yoga, sono stati esposti in un seminario di due giorni che il Prof. Mukunda ha tenuto, sempre a Padova, intorno al 1992, e a cui ho avuto il piacere e l’onore di partecipare come traduttore. La nostra città è poi stata conosciuta e menzionata in India, a Bangalore, grazie ad uno evento straordinario promosso dal Ministero della Cultura indiana e tenutosi all’Hotel Gateway nel gennaio 1993, in cui Vemu Mukunda mi ha presentato al pubblico e alla stampa locale in un concerto dove ho utilizzato strumenti occidentali come la chitarra, ed altri di origine orientale come lo yangqin cinese, accompagnato da percussionisti indiani. È stata poi un’occasione importante per far conoscere il Canto Armonico (Overtones Singing), la tecnica canora di origine mongola e tibetana in cui si sdoppia la frequenza della voce, con effetti profondi sul rilassamento, la meditazione e l’armonizzazione psico fisica.

Esperienze a Padova di canto armonico

Sempre a Padova, nell’agosto 2009, ho avuto l’occasione di utilizzare questa particolare forma di canto in un concerto tenuto assieme a Partho Sarothy e al tablista Angshubha Banerjee al Teatro di Palazzo Zuckermann.
Il Canto armonico è stato protagonista del progetto “Il Suono Sacro”, eventi di Canto Armonico dedicati all’interazione sonora e musicale con l’ambiente, che ho avuto l’onore di tenere il 21 dicembre 2006 presso il Tempio della Pace a Padova (Suoni di Pace dal Tempio), il 15 ottobre 2009 presso la Chiesa di san Lazzaro a Padova in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, ed esportato poi nella Chiesa del Velabro a Roma il 21 gennaio 2011. Questa serie di rappresentazioni era stata preceduta da una sorta di première il 18 aprile del 2000 con “Sons de Paix” presso Notre Dame des Graces a Bruxelles, dove avevo tenuto diverse conferenze e corsi. Principio ispiratore è l’idea di riportare all’evidenza la sacralità del suono e delle forme musicali, canore e strumentali. Le varie performances non sono solo centrate sull’evento artistico in sé ma anche sulla particolare rilevanza che l’ambiente in cui vengono eseguite esercita, in considerazione delle sue particolarità geografiche, architettoniche, naturalistiche, ambientali e storiche. L’ascoltatore può così sentire la profonda interazione che lega il prodotto sonoro con lo spazio fisico in cui questo nasce e da cui è in diversa misura influenzato.
Anche la Chiesa di santa Caterina a Padova ha ospitato il mio Canto Armonico il 10 febbraio 2018, in occasione del concerto “Voci e Suoni dal Mondo”, organizzato nell’ambito della rassegna Interreligious. L’iniziativa, ideata da Beatrice Rizzato e promossa dal Csv – Centro servizio volontariato e dal Centro Universitario di Padova, è stata realizzata con il contributo del Comune di Padova.
Il programma prevede una performance di Canto Armonico basata sul cosiddetto ”stile europeo” che, partendo dall’esperienza degli esecutori delle scuole orientali (Xhoomi mongola e Deep Voice tibetana), sviluppa una modalità interpretativa maggiormente legata alla cultura e alla sensibilità occidentale. Un ponte ideale viene così ad unire e fondere due mondi sempre più legati e in costante comunicazione. Il messaggio universale che il Canto Armonico diffonde ne fa un esempio eclatante di “arte oggettiva”, secondo la concezione dello studioso armeno Georges Ivanovič Gurdjieff.
Nella successiva serata evento di musica, cinema e danza indiana, in cui è stato proiettato il film “Alain Daniélou, il labirinto di una vita” del regista Riccardo Biadene, con una formazione allargata di musicisti (Jugalbandi) ho potuto suonare il più antico strumento a corde indiano, la rudra veena, in un breve ma intenso concerto che ha preceduto la proiezione, introducendo l’atmosfera musicale che la caratterizza: Alain Daniélou fu uno storico delle religioni e orientalista francese, studioso della storia della musica e grande esperto della storia dell’India.

10a Conferenza Europea di Musicoterapia, Vienna, 7 luglio 2016

Alla 10a Conferenza Europea di Musicoterapia, tenutasi a Vienna il 7 luglio 2016, ho avuto modo di esporre i principî e le tecniche del Nāda Yoga nel workshop “Yoga of Sound music therapy system: techniques acting on autonomic nervous system”. In quella circostanza ho conosciuto il musicista, educatore e ricercatore indiano Arnab Bishnu Chowdhury di Pondicherry, con cui ho stretto una solida amicizia basata su un comune sentire e una forte affinità di intenti: abbiamo lavorato assieme a numerosi progetti musicali, educativi e terapeutici, e dal 22 al 24 dicembre 2016 sono stato invitato a tenere assieme a lui tre workshop sulla musicoterapia Nāda Yoga presso la Auro University di Surat (India) sul tema “Dialogue on Integral Education”. Nel gennaio 2017 ho poi condotto un workshop di Nāda Yoga e Canto Armonico ad Auroville (India). È interessante notare come oggi in India si stiano progressivamente perdendo le conoscenze che hanno caratterizzato un’elevata cultura musicale e dello yoga, che purtroppo sta lasciando il posto alla compulsiva assimilazione dei disvalori dell’occidente consumistico. La nostra collaborazione continua proficua e spero vivamente di poterlo ospitare quanto prima a Padova per concretizzare un ulteriore progetto insieme.

La musica e gli strumenti musicali simboli della libertà dei popoli

Strettamente collegato all’attuale tema della perdita di valori e identità culturali, vi è un episodio particolare dell’aprile 2007 in cui sono stato invitato dall’ Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti di Padova a tenere un breve concerto di rebab afghano (il liuto da cui è poi derivato il sarod indiano) nell’Archivio antico del Bo, per rendere omaggio al Principe afghano in esilio Ehsan Ullah. È noto che l’arte e la musica sono forme di conoscenza e come tali sono ostacolate dai regimi dittatoriali: in Afghanistan il regime talebano ha distrutto migliaia di esemplari di questo prezioso strumento, diventato simbolo della libertà artistica, ed è stato un personale piacere poterlo far risuonare nella sala dell’Archivio per onorare un simbolo della grandezza e dignità di un popolo oppresso. Il 20 gennaio del 2013, poi, sono stato intervistato al Tg2 proprio sulla musica afghana, in occasione di un servizio sulla cantante rap afghana Soosan Firooz (su Youtube si può vedere un estratto).
Il rebab afghano è stato ancora protagonista con il mio intervento alla pièce multimediale sul crollo delle Twin Towers e l’Afghanistan “La Poesia disarma”, che l’Associazione Shunyata (G.Ferraboschi, N.Licciardello, R.Lucchiari, G.Nigretti, F.Rigo) hanno presentato in piazzetta Pedrocchi il 10 novembre 2001.
Un’altra importante occasione di divulgazione dei temi dello Yoga del Suono su larga scala si è presentata con la mia partecipazione alla trasmissione radiofonica Rai 3 “Passioni” (Il Corpo e la Parola), andata in onda il 19 e 20 febbraio del 2016.
Un’interessante applicazione dell’approccio ritmo-fonetico“Konnakol”del Sud India, che nel Nāda Yoga trova molteplici applicazioni sia in ambito logopedico che psicofisico (migliorando attenzione, concentrazione, memoria, collegamenti neuronali, coordinamento motorio e rinforzando le strutture osseo muscolari) è stata poi illustrata e fatta sperimentare in occasione del Congresso Mondiale di Musicoterapia tenutosi a Vienna-Krems dal 7 al 12 luglio 2014 con il mio workshop “Tell me Takadhimi!”, poi riproposto in forma più articolata e didattica presso il Conservatorio Cesare Pollini a Padova nel maggio 2018, e al Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste nel 2019.            L’utilizzo di questo particolare tipo di solfeggio musicale è infatti estremamente utile ed efficace per gestire al meglio la difficile e complessa materia della divisione ritmica, spesso un grosso ostacolo da superare per i musicisti, di qualsiasi estrazione. A tal proposito, Vemu Mukunda aveva addestrato moltissimi musicisti jazz con questo sistema già dai primi anni ’60, esibendosi anche con l’orchestra del famoso trombettista Maynard Ferguson, anticipando le successive correnti musicali della fusion east-west e indojazz.

Esperienze di Yoga del suono a Padova e altrove

Con grande piacere infine voglio ricordare l’evento “Il Suono Sottile”, organizzato espressamente per me nel febbraio del 2006 presso il piccolo ma magico Teatro dei Rustici a Monteleone d’Orvieto dal caro amico, giornalista, scrittore e poeta Giuseppe Bearzi, trasferitosi da Padova in Umbria: una conferenza-concerto sugli aspetti fisici e metafisici del suono, con la realizzazione dal vivo di mandala sonori, esperimento di cimatica (dal greco kymatika, ”studio riguardante le onde”) commento visivo delle vibrazioni acustiche prodotte dalla voce e dagli strumenti, ideato assieme a mia moglie Silvia Refatto, nel ruolo di designer e performer. Lo stesso esperimento era stato proposto in occasione della mostra “Now” di Silvio De Campo e Renata Galiazzo, presentata al Sottopasso della Stua nel settembre 2001.
Tante altre occasioni si sono susseguite negli anni, dove i principî e le tecniche dello Yoga del Suono hanno trovato una modalità espressiva e artistica in eventi, manifestazioni e festival organizzati con inesauribile passione e competenza da Alessandro Cabianca, fondatore del Gruppo90-ArtePoesia, di cui ancora con orgoglio faccio parte: in occasione della XVII giornata mondiale della poesia, il 6 aprile 2019, presso la sala del Romanino Musei civici agli Eremitani, come ospite d’onore ho accompagnato con interventi musicali la lettura di testi poetici, fra cui anche alcune mie poesie palindromiche, una speciale forma di composizione che può essere letta anche all’incontrario, e che in qualche modo è connessa alla teoria del Linguaggio Rovesciato (Reverse Speech).
Assieme all’attrice e regista padovana Carla Stella (altro membro storico del Gruppo90) collaboro stabilmente commentando musicalmente con strumenti orientali i suoi monologhi teatrali, spesso associati a meritevoli iniziative culturali e sociali, come le letture tenute il 25 novembre 2017 in occasione della Giornata mondiale sulla violenza contro le donne, presso il Liceo Cornaro di Padova (“Lo sguardo scuro”), poi replicate nei giorni successivi al Cinema Italia a Dolo, al Teatro dei Filodrammatici di Este e all’Abbazia di S.Maria delle Carceri.
Tutti i miei numerosi strumenti orientali – che spero un giorno di poter raccogliere in un museo proprio qui a Padova–hanno avuto modo di essere ascoltati in un concerto all’Auditorium Altinate san Gaetano, nel corso di una delle iniziative culturali più interessanti e variegate di cui la città di Padova si è fatta promotrice, “La Giornata dell’Ascolto” (terza edizione del 24 maggio 2009), proposta dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo del Comune di Padova, dal Conservatorio di musica Cesare Pollini, in collaborazione con la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ideata e curata dal Prof. Sergio Durante (all’epoca Dipartimento di Storia delle arti Visive e della Musica dell’Università di Padova).

Per chi fosse interessato ad approfondire la materia del Nāda Yoga e a seguire le varie iniziative, è consultabile il sito www.nadayoga.it e la pagina FB Nāda Yoga Musictherapy.
Sul canale Youtube sono poi disponibili molti video musicali in cui alcune tra le principali tecniche trovano un sbocco anche in chiave creativa.

Riccardo Misto

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