Gian Paolo Prandstraller

Abstract

Questo articolo vuole essere un omaggio a un grande padovano, Gian Paolo Prandstraller, la cui cultura sociologica e giuridica ha dato luogo a numerosi saggi specialistici, ma la cui curiosità ha toccato diversi campi della scienza e dell’arte. Nel caso specifico vogliamo pubblicare la presentazione di un Convegno Arte e scienza da lui fortemente voluto relativo alla scienza dei quanti e, di riflesso, all’arte quantistica con interventi di insigni scienziati e artisti dai cui interventi abbiamo estrapolato brevi stralci.

Presentazione del Convegno Arte e scienza di Gian Paolo Prandstraller

Questo convegno non ha carattere celebrativo di un artista o di una qualche epoca o fase della storia dell’arte. È la proposta di nuove idee sull’arte del XXI secolo, che non potrà essere identificata con quella del periodo precedente.
Gli argomenti trattati implicano tre concetti fondamentali:
rappresentazione, visualizzazione e ricerca di nuove forme e di nuovi fenomeni.

Rappresentazione

Per rappresentazione intendo la raffigurazione, attraverso segni, simboli o parole, delle forme e dei contenuti di una data realtà. Il XX secolo ha prodotto una vasta rappresentazione di realtà che definirei ‘terrene’, relative cioè a forme ed entità presenti sulla terra. Tale rappresentazione è stata compiuta secondo modelli tipici come il paesaggio, il ritratto, la natura morta, la statuaria, il gruppo statuario, e simili. Queste categorie sono state ampiamente utilizzate durante tutto il XX secolo e non vi hanno rinunciato neppure artisti che hanno manipolato o addirittura violentato le forme visibili, com’è avvenuto, per esempio, nel caso di Picasso. L’artista ha compiuto molti interventi manipolatori della figura umana e non solo, senza però andare oltre la figurazione di queste ultime come entità ‘terrestri’. L’esigenza di arrivare a una nuova rappresentazione della realtà discende dal fatto che nella seconda metà del XX secolo si sono affermate alcune scienze che hanno esplorato fenomeni non indagati in precedenza. In particolare, la meccanica quantistica, o scienza dell’energia e dell’infinitamente piccolo, di cui si è capita l’enorme importanza solo in una fase avanzata del secolo scorso; la termodinamica, la scienza che studia il calore, dalla quale deriva la spiegazione scientifica dell’entropia o perdita di calore dell’universo come di ogni entità in trasformazione o in dissoluzione; la cosmologia, coniugata con l’ astrofisica, che ha rivelato l’origine dell’universo e la sua evoluzione, mettendo in evidenza fenomeni altri rispetto a quelli conosciuti nel primo novecento. Il mutamento culturale prodotto da tali scienze è stato enorme e ha portato alla luce una realtà conoscibile molto diversa da quella che ho chiamato ‘terrestre’.

Visualizzazione

La visualizzazione è lo svelamento di ciò che non è visibile, ma tuttavia rilevabile, per capire com’è fatto qualcosa che si cerca appunto di conoscere. E’ un’attività molto importante nella nuova fase dell’arte, e nella sua attuazione può essere realizzata con strumenti tecnici come telescopi, microscopi, sonde spaziali, apparati di osservazione, ecc. E’ anche effettuabile mediante le intuizioni visive degli artisti. Richiamo l’attenzione su questo punto, perché l’arte ha una particolare attitudine a ‘visualizzare’ ciò che non è immediatamente visibile, precorrendo così anche i risultati di una successiva verifica scientifica.

Ricerca scientifica e arte del XXI secolo

Della terza idea –ricerca di nuove forme e di nuovi fenomeni– sottolineo l’importanza per l’arte del XXI secolo, come esperienza cognitiva accanto alla scienza. L’arte può assumere questa funzione? Certamente sì. Infatti, è propria della ricerca scientifica la scoperta di nuove forme pertinenti al mondo delle particelle elementari, dei fenomeni cosmici, di quelli biologici, delle onde gravitazionali, e altro. All’arte compete la rivelazione delle innumerevoli fenomenologie della luce e del colore, oltre a fattori come la trasparenza, la compenetrazione dei corpi, la dissoluzione, l’intersezione dei colori, la moltiplicazione delle dimensioni, ecc. È prevedibile che l’arte nel nuovo secolo sarà dedicata, in una misura non secondaria, alla rappresentazione dei corpi celesti, dei fenomeni cosmici e alla resa visiva degli effetti di questi ultimi, così come alle particelle elementari e alle onde gravitazionali, anche se di più difficile raffigurazione. Nei processi appena considerati è ovvia l’interazione dell’attività artistica con le tecnologie attuali, per esempio con i telescopi, i computer, le sonde spaziali e con ogni meccanismo in grado di allargare il campo del conoscibile. L’arte come ricerca rifiuterà in generale le acquisizioni meramente intuitive, e favorirà invece i processi intellettivi nei quali può maturare una riflessione. Va posta in evidenza la relatività di tutti i fattori indicati, la loro mutabilità, la totale assenza di assoluti, ossia di entità non limitabili attraverso altri fenomeni, o che pretendano d’essere totalmente autoreferenziali. Questo elemento sembra essere di fondamentale importanza per le articolazioni dell’arte futura come anche della scienza che non punta mai a situazioni definitive. Perciò, questo convegno presupporrà tale orientamento epistemologico che già caratterizza visibilmente il tessuto del secolo ventunesimo.
Può essere definita quantistica un’arte nella quale la “rappresentazione” investa una realtà inedita, mai definitiva, mobile, fluida, sempre provvisoria, metamorfica, istantanea, suscettibile di interazioni con altre realtà, interagente con la luce, aliena da posizioni metafisiche e da pretese di eternità, i cui colori possano assumere le più diverse intonazioni e ogni figura riconoscere la propria transitorietà e mutevolezza, costituendosi per sequenze.
Avrà questi caratteri l’arte del XXI secolo? È la scommessa di questo convegno. Una riflessione culturale appropriata sulla questione sta cominciando soltanto ora. È un campo minato che cercheremo comunque di attraversare, sperando che l’avventura porti buoni risultati.

Citazioni dagli interventi dei relatori

L’arte, fino al secolo scorso, ha avuto come ambito di indagine privilegiato la realtà terrestre. Oggi, le acquisizioni di alcune scienze come la meccanica quantistica, la termodinamica, la cosmologia, sostenuta dall’astrofisica, hanno rivelato l’esistenza di un altro vastissimo campo fenomenologico costituito dalle particelle elementari, dalle onde gravitazionali, dai flussi di luce rilevabili a livello cosmico… che ancora non ha trovato adeguata rappresentazione nell’arte. Il convegno ha inteso esplorare le sollecitazioni offerte all’arte del XXI secolo dai contributi della scienza e quali nuovi modi, processi, forme di visualizzazione siano possibili. (Gian Paolo Prandstreller)

È possibile coniugare arte e scienza? Di recente, a livello mondiale, anche con il contributo della Comunità Europea, si è iniziato a condividere esperienze che consentano di trovare convergenze tra concetti, metodi e procedure scientifiche e artistiche nella rappresentazione del mondo. (Fabrizio Tamburini)

Con la fisica quantistica non è solo il modello cartesiano a entrare in crisi, ma anche il concetto di causa ed effetto. Secondo la fisica quantistica la realtà del mondo che percepiamo è il risultato del modo in cui osserviamo e misuriamo un fenomeno. (Antonio Bianchini)

L’accostamento a un’esperienza nuova può avvenire sostanzialmente in due modi: con il ricorso alla virtualità digitale oppure alla fisicità materica. Entrambi sono modi efficaci per visualizzare il senso dell’esistente, così come lo avverte l’artista. (Enzo Santese)

Le contaminazioni tra arte e scienza, l’algoritmica e la rappresentazione di complessità costituiscono un formidabile, inebriante e inesauribile serbatoio di ispirazioni e suggestioni per scenari e territori sconfinati ancora tutti da scoprire. (Maurizio Turlon)

Cenni biografici

Gian Paolo Prandstraller – Nato a Castello di Godego (TV) nel 1926, libero docente in Sociologia Generale nel 1969, presso l’Università di Padova dal 1969 al ’75, l’Università di Lecce nel ’76, l’’Università di Bologna nel ’77. E’ autore di numerose opere teoriche e di ricerca prevalentemente orientate: – allo studio del lavoro intellettuale, delle professioni, delle Organizzazioni e delle Associazioni professionali; – alla struttura e alla cultura delle società postindustriali e ai rapporti di produzione; – alle forme culturali assunte dal capitalismo, in relazione allo sviluppo della scienza e delle tecnologie nella seconda parte del XX secolo e nel XXI secolo; – al formarsi dell’economia quaternaria e alle élite del capitalismo cognitivo e del capitalismo immateriale. E’ autore di opere filosofiche derivanti dalla crisi della filosofia nella seconda parte del XX secolo e dai cambiamenti epistemologici maturati in seguito al formarsi della cosmologia contemporanea e dall’assetto relativistico assunto dalla scienza; è autore di opere letterarie e di numerosi saggi ed articoli pubblicati su giornali e riviste.

Nunzio Cereda

Note

Da: Atti del Convegno SCIENZA e ARTE – Dall’arte del XX secolo all’arte quantistica di G.P. Prandstraller, F. Tamburini, A. Bianchini, E. Santese, M. Turlon in https://www.youcanprint.it/scienza-saggi/atti-del-convegno-scienza-e-arte-dallarte-del-xx-secolo-allarte-quantistica-9788827850978.html

Ultimo suo romanzo: Venere nella conchiglia. L’invisibile amore del maestro Botticelli, Cleup, 2018

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