Lorenzino de’ Medici a Padova

Abstract

Nelle complesse vicende di Casa Medici c’è un personaggio, Lorenzino, che ritroviamo studente a Padova dopo che era stato per anni girovago per l’Europa perché inseguito dai sicari del giovanissimo Cosimo I, figlio di Giovanni delle Bande Nere, che a 17 anni aveva preso le redini del casato dopo l’assassinio di Alessandro de’ Medici, primo duca di Firenze. Un recente romanzo (Cinquecento. Papi, duchi, eretici e mariuoli) ricostruisce le vicende del periodo che va dalla uccisione di Alessandro de’ Medici [1] da parte del cugino Lorenzino all’uccisione dello stesso Lorenzino a Campo San Polo a Venezia.

L’assassinio di Alessandro de’ Medici a Firenze

La vita turbolenta della repubblica di Firenze, in preda a lotte di fazioni che ricorrevano sempre più di frequente all’assassinio dell’avversario, nel 1537 fu funestata da una tragedia tutta interna a casa Medici, la più influente della città. Lorenzino de’ Medici, da quel momento detto Lorenzaccio, uccise il cugino Alessandro da pochi anni duca e tiranno della città; Lorenzino aveva 23 anni, Alessandro 27. Nel vagabondare per l’Europa dopo l’assassinio Lorenzino fece tappa anche a Padova, presso la cui università si era iscritto, avendo preso casa a Venezia, convinto che nessuno avrebbe osato colpirlo essendo protetto dal capitano generale della Serenissima il Duca di Urbino Francesco Maria della Rovere, nemico dei Medici. Purtroppo per lui il suo protettore, per mano di sicari dei Medici, fu avvelenato a Venezia e la morte lo colse a Pesaro mentre cercava di rientrare nel suo ducato.

Lorenzino de’ Medici esule a Venezia

Lorenzino de’ Medici (Bronzino, Uffizi, Firenze)

“Lorenzino capì, con la perdita del suo potente protettore, il Duca Francesco Maria della Rovere, assassinato da sicari di Cosimo I de’ Medici, che il cerchio si stava stringendo anche intorno a lui, amico del Duca, dal momento che i mandanti di quella uccisione erano ora gli stessi che avevano stretto rapporti con i Medici di Firenze, gli stessi che avevano giurato vendetta nei suoi confronti: nei vorticosi cambi di alleanze di quel periodo c’era sempre qualcuno che ci rimetteva la testa. Poteva essere lui la prossima vittima, oramai senza protettori e senza amici, dal momento che anche gli esuli fiorentini, nuovamente battuti da Cosimo e privati dei capi, lo guardavano con diffidenza. E Venezia ora pullulava delle spie di Cosimo, da quando anche gli Strozzi vi avevano acquistato casa e da lì tramavano, con altri esuli fiorentini, contro i Medici. Si chiuse allora nel Palazzo degli Strozzi, a Cannaregio, uscendo solamente per incontrare Monsignor Della Casa, che aveva mostrato per lui amicizia e protezione o per trattenersi nello studio di Benvenuto Cellini, che a Venezia stava continuando a cesellare in oro i suoi capolavori, infischiandosi della collera di Cosimo, che già aveva immortalato in uno splendido busto di bronzo e che l’avrebbe voluto a Firenze.

Lorenzino studente a Padova

Medaglia di Lorenzino de’ Medici

Fortunosamente Lorenzino fu soccorso da Furfarello, capace di fiutare il pericolo e di allestire in tutta fretta un barcone che, attraverso la laguna, percorrendo tutto il canale della Brenta, fingendo di trasportare vecchia mobilia da Venezia ai rigattieri di terraferma, lo condusse fino a Padova e lo fece ospitare a Ca’ Venier in Prato della Valle, dove già era stato qualche tempo prima al seguito del Duca. Ma Lorenzino non intendeva più nascondersi e sottrarsi al rischio e si faceva vedere sempre più spesso in giro, presso l’Università padovana, dove aveva ripreso gli studi e sempre più spesso tornava a Venezia, dove aveva incontrato l’amore, il più grande o forse l’unico della sua vita: era Elena Centani, che, sposata ad un nobile veneziano, lo ricambiava con discrezione.

Di fronte alle imprudenze di Lorenzino, Furfarello dapprima si arrabbiò e poi si disperò: capiva che, prima o dopo, quel giovane avrebbe pagato con la vita; Lorenzino proprio non gli dava ascolto, stanco di fuggire, aveva deciso di lasciar fare alla sorte.

Furfarello venne a sapere che uno degli sgherri di Cosimo era già a Padova, con la scusa di seguire il figlio negli studi universitari, pronto a colpire Lorenzino alla prima occasione favorevole, ne informò Lorenzino e, poiché ne ricevette in risposta una sonora risata, decise di tornare a Venezia e di pensare d’ora in poi a sé e alla sua famiglia, che aveva per qualche tempo trascurata per seguire questo sconsiderato giovane fiorentino: e riprese la via della Brenta fino a Venezia”. [2]

Lorenzino assassinato a Campo san Polo a Venezia

Dieci anni dopo Lorenzino, tornato a Venezia, ospite nel Palazzo degli Strozzi, i nemici storici dei Medici, all’uscita della Chiesa di San Polo, cadde pugnalato dai sicari di Cosimo de’ Medici [3], Cecchino da Bibbona e Bebo da Volterra, i quali, sempre a Venezia, come ricordato sopra, avevano ucciso anche il Duca Francesco Maria della Rovere, divenuto Capitano Generale della Serenissima e protettore di Lorenzino. La vendetta dei Medici fu così completa.

Cosimo I de’ Medici (Bronzino, Uffizi, Firenze)

Note

[1] Alessandro de’ Medici, detto il Moro (1510 – 1537), riconosciuto figlio illegittimo di Lorenzo II de’ Medici, o forse figlio naturale del cardinale Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII e di una serva nera, fu duca di Penne, poi signore di Firenze e infine primo duca di Firenze. Venne assassinato nel 1537 da Lorenzino de’ Medici.

[2] A. Cabianca, Papi, duchi, eretici e mariuoli, Gruppo90-Youcanprint, 2014

[3] Cosimo I de’ Medici, granduca di Toscana (1519-1574) non va confuso con Cosimo il Vecchio (1389-1464), il pater patriae. Siamo nella fase della trasformazione da Repubblica fiorentina a Ducato di Firenze (1532) a Granducato di toscana (1569); il primo duca di Firenze fu Alessandro de’ Medici, il primo granduca fu Cosimo I.

Alessandro Cabianca

 

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