Il Museo dell’Educazione di Padova

Premessa:

Il Museo dell’Educazione dell’Università di Padova è stato aperto nel 1993 all’interno del Dipartimento di Scienze dell’Educazione, e oggi è parte del nuovo Dipartimento di Filosofia Sociologia Pedagogia Psicologia Applicata – FISPPA e del Centro di Ateneo per i Musei – CAM dell’Università di Padova[1], che comprende altri tredici musei. Il Museo è stato riaperto dopo circa due anni di chiusura dovuti all’emergenza sanitaria da Covid19 e ad un’azione di disinfestazione resasi necessaria perché alcuni oggetti erano stati attaccati da parassiti, infatti collezioni ed espositori sono in buona parte in legno.

Il Museo

L’idea di costituire un luogo nel quale raccogliere materiali al fine di stabilire scientificamente le tradizioni della pedagogia patavina e ricostruire la storia della scuola si deve a Romeo Taverni, nominato professore di Pedagogia nell’Ateneo di Padova nel 1882. Taverni, dopo aver raccolto molti materiali, propose nel 1886 di costituire un Museo dell’istruzione pubblica. Gli studi storici condotti nei decenni successivi e nella prima metà del Novecento portarono all’istituzione della Cattedra di Storia della scuola e delle istituzioni educative nel 1964 e di quella di Storia della letteratura giovanile nel 1969 e contribuirono a creare i presupposti, anche organizzativi, per la nascita del Museo, così come lo studio e il confronto con altre esperienze di Paesi europei, come quella del francese Musée National de l’éducation di Rouen, nato nel 1980.

Lo spazio museale è situato nel centro di Padova in un palazzo eretto tra gli ultimi anni dell’Ottocento e la fine degli anni Trenta del Novecento, denominato “Ex ECA” (Ente Comunale di Assistenza) poi ristrutturato, ma che presenta oggi delle limitazioni relative agli spazi espositivi, all’affluenza e all’accessibilità. Nonostante questo il Museo vuole essere inclusivo anche per le persone con disabilità e mette in atto alcune strategie, come un percorso tattile, per poter accogliere tutti i visitatori.

Oggi il Museo è affidato alla direzione scientifica della prof.ssa Carla Callegari, che recentemente ha sostituito il prof. Giuseppe Zago, ed è presente nel sito di Ateneo, in quello di Dipartimento e nei canali social come Facebook e Istagram[2].

L’aula scolastica ricostruita all’interno del Museo

Le collezioni: conservazione e memoria

Il Museo ha acquisito molti materiali scolastici poco conservati in altri luoghi, come ad esempio filmine ad immagine fissa; materiali legati alla scrittura, come pennini, carte assorbenti, cartelle; fonti documentarie, come quaderni, registri, testi; fotografie, immagini, quadri murali, illustrazioni e particolari banchi, come quelli delle scuole all’aperto.

Banchi “a zaino” provenienti dalla scuola all’aperto “Gioconda dei Balilla”,
inaugurata a Este, nella provincia di Padova, il 24 maggio 1922

Il patrimonio è relativo anche alla vita extrascolastica dei bambini – ad es. giocattoli e oggetti per la cura dell’infanzia – e questo permette un continuo rimando tra la storia dell’idea di infanzia e le concrete pratiche educative poste in atto.

Seggiolone artigianale dei primi anni del Novecento arricchito da pirografie, prodotto dalla ditta francese “Le Charmeur”.
Attraverso un meccanismo che permette di modificarne la struttura, diventa un tavolino da gioco

Cavalli a dondolo, entrambi degli anni Cinquanta, realizzati in legno e dipinti a mano

I materiali, che sono eterogenei ed hanno provenienze diverse, appartengono alla cultura materiale e pongono spesso problemi di datazione che si risolvono grazie alla collaborazione di esperti in grado di risalire almeno all’arco temporale espresso in decenni nel quale collocare gli oggetti, o alla ricerca scientifica minuziosa condotta sulla singola fonte.

Progettando il riallestimento dei percorsi museali si sono creati itinerari tematici, come quelli sulla storia dell’infanzia, sull’istruzione professionale, sulla scuola all’aperto, sulle istituzioni per la prima infanzia fröbeliane, montessoriane e agazziane, sui sussidi didattici e sull’aula scolastica che contiene materiali datati dalla metà dell’Ottocento alla prima metà del Novecento.

Sussidio didattico sulla lavorazione della canapa e del lino

Le attività: ricerca, didattica, divulgazione

Il Museo dell’educazione è un’istituzione che, in questi primi trent’anni di vita, si è distinta per le attività di ricerca e didattica, alle quali negli ultimi anni si sono affiancate anche quelle di terza missione universitaria. Lo scopo conservativo, infatti, è solo una delle finalità che ci si pone: custodire e salvaguardare le collezioni permette di mantenere e tramandare la memoria dell’educazione dei secoli passati – soprattutto dell’Ottocento e del Novecento – intesa anche come espressione del costume educativo e dell’immaginario collettivo.

Teatrino artigianale in legno del primo quarto del Novecento.

È composto da 1 cassone-palco, 4 fondali, 15 quarte, 2 quinte-sipario, 3 cortine da boccascena, 1 palcoscenico,
tutti dipinti a olio,e corredato da 27 marionette intagliate nel legno, fatte di stoffa e metallo con arti snodati e dipinte a mano.

Conservare la memoria, allora, significa dare l’opportunità al visitatore di tutte età di ricordare le proprie radici culturali per favorire la comprensione di quel passato ed invitare ad una riflessione su di esso che possa valorizzare le diverse appartenenze e le idee che hanno sorretto pratiche differenti nei vari contesti. Si tratta quindi di andare alla ricerca delle tracce del passato e dei materiali che testimoniano altre epoche finalizzando l’attività formativa alla conoscenza e alla comprensione, interrogando le fonti e costruendo percorsi che guidino a valutare la realtà con senso critico e responsabilità: in questo modo il Museo diventa luogo di incontro con l’Alterità, e luogo di scambio culturale tra le generazioni.

Disegno di una leonessa prodotto nel 1927 da una studentessa dell’Istituto Magistrale.

I disegni alla lavagna dovevano accompagnare visivamente le lezioni delle maestre e dei maestri nello svolgimento dell’attività didattica

Per quanto riguarda l’attività didattica, il Museo accoglie da molti anni scolaresche di tutti i gradi scolastici, prevalentemente provenienti dalla città, ma anche da altre province del Veneto; gli alunni sono guidati alla scoperta delle sale dalle guide che il CAM mette a disposizione ogni anno e che si formano in Museo.

La visita guidata è il modo più diretto per scoprire le collezioni e cogliere i messaggi che si propongono agli alunni. Da un lato si vuole far conoscere, attraverso l’esperienza diretta e la memoria dell’educazione, il patrimonio storico-educativo per favorire una migliore conoscenza del passato. Invitando a una riflessione su di esso, valorizzando i diversi contesti storici, ma anche le idee sull’educazione, estendendo la conoscenza dei processi individuali e collettivi che hanno avuto luogo nello spazio educativo scolastico ed extrascolastico, si favorisce la conoscenza del legame tra passato, presente e futuro. Dall’altro lato si vuole educare alla memoria come luogo della narrazione dell’Alterità, della diversità, dell’esclusione e dell’inclusione, per aiutare la crescita di cittadini maturi e consapevoli, capaci di interagire con la realtà.

Le proposte didattiche laboratoriali sperimentate negli anni, hanno dato vita a varie esperienze. Uno degli ultimi laboratori ha riguardato un percorso di educazione alla pace per ragazzi della scuola media inferiore, che ha portato gli alunni a riflettere sulla tragedia delle guerre e sulle azioni necessarie a costruire una pace duratura: i materiali utilizzati sono relativi alla prima guerra mondiale, ma la riflessione si è estesa anche alle guerre attuali.

Diario di Giannina Facco,
poi diventata maestra e scrittrice per l’infanzia.

I Diari conservati in museo sono relativi agli anni 1918-1920

L’offerta laboratoriale è stata completamente rinnovata per il prossimo anno scolastico (2023-2024): saranno offerti laboratori per la scuola primaria e la secondaria di primo e secondo grado.

Il futuro del Museo

Negli ultimi anni, in collaborazione con gli Enti del territorio, il Museo ha svolto anche attività di terza missione universitaria: si è rivolto così alla popolazione che ha potuto visitare gli spazi e vedere le collezioni. L’opera di divulgazione scientifica si è concretizzata in collaborazioni con il Comune di Padova e con Enti come, ad esempio, il Centro di Ateneo per i Diritti Umani e le Cucine Economiche Popolari fondate nel 1882 dalla filantropa ed educatrice Stefania Omboni il cui studio, proveniente dall’Istituto per l’Infanzia Abbandonata, è esposto nel Museo. Si sono anche organizzate mostre sia in Museo sia in altri spazi espositivi dell’Ateneo, del Comune di Padova, e di Centri Culturali della regione Veneto.

Le attività che il Museo dell’Educazione di Padova sta programmando per l’immediato futuro cercheranno di offrire sempre nuove opportunità di ricerca e di contestualizzazione storico-educativa, di laboratori didattici dinamici e possibilmente interattivi, ed anche di esperienze di divulgazione scientifica aperte alla popolazione.

Carla Callegari
Responsabile scientifico
del Museo dell’Educazione Università di Padova

NOTE

[1] Il CAM stabilisce le linee comuni che riguardano lo sviluppo scientifico e culturale di Musei e Collezioni, nel rispetto delle normative nazionali così da garantire il miglior dialogo con le principali banche dati in ambito internazionale. Promuove le attività di restauro e ripristino conservativo, nonché il loro arricchimento con nuove acquisizioni e donazioni,  e valorizza il patrimonio. Il Centro cura anche i rapporti con enti e associazioni museali a livello nazionale e internazionale, e supporta l’attiva partecipazione dei suoi Musei ai principali eventi internazionali di grande respiro: Notte Europea dei Ricercatori, Settimana dei Beni culturali, Settimana della ricerca scientifica, Settimana del Pianeta Terra, European Academic Heritage Day, Festival dello sviluppo sostenibile, International Museum Day.

[2] Si vedano https://www.fisppa.unipd.it/servizi/museo-educazione; https://www.musei.unipd.it/it/educazione;  https://www.facebook.com/museoeducazioneunipd/;  https://www.instagram.com/museoeducazioneunipd/ (ultimo accesso 10.06.2023).

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