La poesia di Fiorito come cangiante mosaico dell’anima

Cenni biografici

Antonio Fiorito
nella caricatura di Lorella Fermo

Antonio Fiorito è nato a Napoli, Perito in elettronica industriale, scrive in poesia e prosa dal 1990. Ha pubblicato il libro “Poesie e brevi racconti” in self publishing (2016), il libro di poesie “Suoni e colori”, con la coautrice Maria Lucia Faedo (Montedit 2018) e il libro “Stagioni poesie e brevi racconti 2016 – 2019” in self publishing (2020). È presidente dell’Associazione culturale “Padova Sorprende” ed è Direttore editoriale della rivista di letteratura, arte e cultura “Lýkeios” che ha ideato e fondato nel 2019.

Sintesi

Il poeta e critico Enzo Santese descrive in pochi tratti il percorso poetico di Antonio Fiorito con particolare riferimento alla silloge “Stagioni” sottolineandone il substrato autobiografico, persone, luoghi, accadimenti che hanno segnato l’esistenza del poeta, descritti con “suasività melodica” a creare “una sorta di mosaico dell’anima”.

La ricerca

L’autore rintraccia le linee del proprio passato e le riannoda al presente in un’orbita dove le sequenze del vissuto diventano (con la lente dell’affetto che ingigantisce i contorni delle cose e illumina nitidamente i dettagli) stazioni di avvistamento retrospettivo di persone, luoghi, situazioni che sono rimasti impressi nella sua coscienza. In questa ricerca a ritroso Antonio Fiorito rivive i momenti che ha affidato alla poesia per una messa a fuoco che è lirica, musicale ed evocativa di varie tappe esistenziali, in cui si fonda, si misura e si delinea il suo modo di essere nel mondo, a contatto con la realtà metamorfica delle cose capace di evidenziare il succedersi inesorabile delle stagioni, nelle dinamiche della cronaca personale che corre parallelamente alla storia collettiva. E l’indubbia suasività melodica dei versi parte per un certo periodo dalla frequentazione della rima, che assegna al testo anche un ruolo di cantabile pensiero nel ritmo stillante con un’energia; questa è la prima garanzia di autenticità, lontana dalla tendenza purtroppo diffusa di costruzione a tavolino, ma di ascolto di una germinazione interiore, scaturita da un’esigenza di dire cercando frequenze di sensibilità in un’area di coinvolgimento del potenziale lettore. Così si determina l’essenza della poesia: anche quando l’opera viaggia su una tensione introspettiva di pretta intonazione autobiografica, è necessario che abbia la capacità di attrarre chi ascolta in uno degli aspetti del personale che possano essere in vario modo assunti come propri.

Stagioni

Tutto ciò nasce e si sviluppa nella poesia di Antonio Fiorito come testimonia il suo libro Stagioni (edizioni “aeffe”), dove poesie e racconti brevi costituiscono una sorta di mosaico dell’anima, le cui tessere si accostano per analogia o contrasto a disegnare un quadro che è la sintesi della complessità del vivere; qui le ansie e le preoccupazioni stanno in equilibrio con la gioia di provare inaspettatamente il senso della meraviglia. “A volte si vive / non sapendo guardare / Incoscienza di avere / l’armonia tra le mani / Si rinasce e si ama / non sapendo di amare.” Fiorito fa parlare i luoghi attraverso evocazioni dalle zone più riposte della memoria, quelle delegate a custodire gelosamente il cammino esistenziale scandito da emozioni che replicano nei versi la loro pulsazione.

Le radici

Campano di nascita, ma padovano di adozione, Antonio Fiorito si cimenta anche nel dialetto ottenendo risultati di bella armonia e di incisivo sguardo sulle note della città veneta dove la sua vocazione alla poesia, che ha radici adolescenziali, è maturata fino ad assumere una connotazione di piena riconoscibilità nelle modalità espressive, nei temi di ampia gamma significante, dall’ indugio sulla contemplazione naturalistica fino al ritratto di persone che a vario titolo sono entrate nella connessione esistenziale con il poeta.

Enzo Santese

Una poesia di Antonio Fiorito

Di zagara

Terra baciata
dal mare
Vulcani nel sonno
inquieto
Mani crespe bruciate
di sale
Aranci negli orti
di lava
Muraglie di pietra
rovente
Nel legno solcato
degli alberi
ferite raccontano
il tempo

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