Le magiche visioni del Museo del PRECINEMA di Padova – Parte prima

Abstract

Il Palazzo Angeli, edificio storico a tre arcate sorto all’angolo di Prato della Valle con via Roma come residenza del cardinal Bessarione nel XV secolo, divenuto dimora di Andrea Memmo, Procuratore di San Marco, il promotore della bonifica della grande piazza, è ora sede del Museo del PRECINEMA. Questo articolo è suddiviso in due parti: la prima a tracciare la nascita e l’organizzazione del Museo e a ricordare l’impegno e la passione della sua fondatrice, Laura Minici Zotti, per la sua realizzazione; la seconda per scoprirne strumenti, dalle lanterne magiche alle moderne macchine di proiezione.

Padova, Prato della Valle, Palazzo Angeli

Palazzo Angeli

Il quattrocentesco Palazzo Angeli in Prato della Valle, che accoglie il Museo del PRECINEMA- Collezione Minici Zotti, nel centro storico della città di Padova, può essere considerato luogo del vedere, un occhio privilegiato sulla grande piazza, eloquente per un pittore vedutista come Canaletto, che, posizionando all’ultimo piano una camera ottica, strumento occhio per eccellenza, realizza una delle sue più famose vedute. L’antica soffitta costituisce quindi la sede più appropriata per custodire ed esporre una varietà sorprendente di strumenti e giochi ottici, vetri da proiezione dipinti a mano e fotografici, acqueforti di vedute, stereoscopie e altre curiose tipologie di immagini, originali del ‘700 e dell’800, che hanno trasformato il ruolo della vista nella nostra percezione del mondo e sono in grado di offrire ancora oggi magiche visioni.

In tale contesto, il Museo attua un percorso di visita accattivante e fortemente evocativo, con momenti di coinvolgimento attivo: il Mondo Nuovo è stato scrupolosamente ricostruito, la camera obscura del Canaletto è un “occhio” sempre in funzione sullo splendido scenario di Prato della Valle, giochi e strumenti ottici sono perfettamente funzionanti.

I visitatori della collezione hanno dunque l’opportunità di compiere un viaggio a ritroso nel tempo che consente di scoprire le meraviglie della storia delle immagini a movimento e dell’archeologia del cinema.

Canaletto, Santa Giustina in Prà della Valle, acqueforti, metà VXIII sec.

La lanterna magica, primo passo di una passione

La storia inizia per puro caso. Circa quarant’anni fa, Laura Minici Zotti, frugando nella soffitta della casa natale a Venezia, si ritrovò per le mani uno strano oggetto. Incuriosita, iniziò a cercare informazioni su quel particolare strumento in mogano e ottone. Scoprì che si trattava di una Lanterna Magica di produzione inglese (W. C. Hughes); da quell’incontro, il “tarlo del lanternista”, come lo chiama lei, si insediò nella sua mente e nacque una grande passione. La lanterna era corredata da vetri da proiezione dipinti a mano e Laura si accorse, con grande meraviglia, che funzionava perfettamente. Decise che voleva saperne di più e, spinta da un’insaziabile curiosità, iniziò a studiare tutto ciò che aveva a che fare con la lanterna magica: la sua storia, i vari modelli, quando e dove veniva utilizzata; ne rintracciò e acquistò pian piano altri esemplari per scoprire i segreti di quest’arte del passato.

Lanterna magica bi-unial per dissolvenze

Nei primi anni Settanta il PRECINEMA era un argomento ancora poco conosciuto. Le ricerche iniziarono al Museo Nazionale del Cinema a Torino; qui conobbe l’allora direttrice Maria Adriana Prolo, fondatrice di questo pionieristico museo, ancora uno dei più importanti al mondo, che le indicò alcuni testi dai quali attingere informazioni. Pur essendo una grande collezionista e ricercatrice, Adriana Prolo non era particolarmente interessata alle proiezioni con la lanterna. Consapevole che in Italia non sarebbe riuscita a soddisfare tutte le sue curiosità, Laura si recò a Parigi, dove per dieci giorni frequentò assiduamente la Bibliothèque Nationale, nella quale reperì una grande quantità di notizie interessanti da rari libri e antichi documenti.

Per approfondire lo studio, iniziò ad accumulare il materiale della sua collezione, frequentando i mercatini d’antiquariato di tutta Italia e di gran parte dell’Europa, o partecipando a innumerevoli aste per acquisire i vetri più belli che si potevano trovare.

Fin dall’inizio della sua passione, Laura Minici Zotti si impegnò ad allestire proiezioni di immagini animate ad amici e conoscenti. Ispirandosi ad Anna Maria Cortina, una lanternista veneziana vissuta tra il Settecento e l’Ottocento, riuscì a riportare in vita la magia e il fascino di un’avvincente tradizione spettacolare in gran parte dimenticata.

Il “magic lantern show” con i primi strumenti ottici

Durante il suo instancabile girovagare, Laura Minnici Zotti ebbe l’occasione di conoscere altri collezionisti e studiosi di PRECINEMA quali: Gian Pietro Brunetta, Antonio Costa, John e William Barnes, Laurent Mannoni, Carlo Montanaro e i membri della Magic Lantern Society. Tutti la incoraggiarono e la spinsero a proseguire le ricerche, la sua attività di collezionista e le sue sperimentazioni in ambito spettacolare. Quelli che all’inizio erano delle semplici dimostrazioni, organizzate per incuriosire e intrattenere gli amici, divennero così dei veri e propri “magic lantern show”, destinati ad un vasto pubblico.

I suoi spettacoli iniziarono a essere sempre più richiesti e la lanternista, stupita dell’inaspettato interesse che era riuscita a suscitare, decise di costituire l’associazione culturale Compagnia Mondo Niovo, che ebbe come prima sede la sua abitazione. Desiderava con questa conferire un regolare assetto giuridico a quella che, proprio come nel lontano Settecento, era ritornata a essere una professione. Con i suoi magnifici vetri dipinti la neo-lanternista prendeva parte a prestigiosi festival del cinema e convegni, collaborando con le università di tutto il mondo. Negli anni, in veste di lanternista e studiosa, è stata invitata al Quirinale a Roma, poi al Museo del Louvre a Parigi, come al Museo d’Orsay e alla Cinémathèque Française, a Londra, a Madrid, alla Library of Congress di Washington, a Osaka, ma anche a Singapore; l’elenco sarebbe troppo lungo da riportare interamente.

La collezione Minici Zotti non si riduce solo ai vari modelli di lanterne e vetri da proiezione. Dagli strumenti ottici come Mondo Nuovo e Megaletoscopio, alle stampe, dalle silhouette ai teatri d’ombra, dalla camera oscura allo stereoscopio, passo dopo passo ha raccolto un’immensa quantità di opere e dispositivi che testimoniano e ripercorrono l’evoluzione delle immagini ottiche.

Veduta ottica attraverso l’oculare del Mondo Nuovo

La collezione da privata a pubblica

Laura Minici Zotti non ha mai voluto tenere in serbo solo per sé le opere che con grande fatica è riuscita a riunire, ma ha sempre affrontato molti rischi pur di esporre il suo prezioso materiale, condividendo con altri le sue scoperte. L’eccezionalità della collezione si accompagna così allo spirito di divulgazione che l’ha sempre animata.

Nel 1988 organizzò la mostra “Prima del cinema. La Lanterna Magica”, ospitata a Padova, presso le sale Nobili del Caffé Pedrocchi. Fu un buon trampolino di lancio: la mostra venne richiesta in diverse altre sedi e divenne itinerante. Numerose divennero inoltre le collaborazioni e i prestiti per altre esposizioni in musei italiani e all’estero.

Al termine di ogni mostra tutti gli oggetti, caratterizzati da un’estrema delicatezza e fragilità, dovevano essere accuratamente imballati e trasportati nel deposito nonché abitazione della collezionista. Le antiche lanterne, con i loro preziosi congegni, ma soprattutto gli ottocenteschi vetri da proiezione venivano costantemente esposti al rischio di danneggiamento. Si trattava di opere rarissime, per la maggior parte pezzi unici al mondo. Fu questo il motivo fondamentale che portò Laura a richiedere alle istituzioni pubbliche una sede adeguata dove conservare ed esporre il proprio materiale.

Inizialmente propose l’idea alla sua città natale, Venezia, dove purtroppo non fu accettata per mancanza di spazi espositivi adatti. Nel 1995, in occasione del centenario della nascita del cinema, a Padova, si crearono i primi contatti tra l’Assessorato alla Cultura e l’Associazione Compagnia Mondo Niovo. L’allora Sindaco della Città, comprendendo l’unicità della collezione e il suo valore artistico inestimabile, ritenne che Padova non potesse e non dovesse privarsene. Venne firmata nel 1998 una convenzione, ancora in vigore, che prevedeva la concessione di uno spazio adeguato e un contributo economico annuale.

Camere ottiche, camera chiara, flibooks e anamorfosi

I problemi della conduzione museale

La storia del Museo del PRECINEMA è simile a quella di altri musei dedicati alla Settima Arte. Tutte le collezioni private, nel tempo, sono state sostenute dalla passione del proprio fondatore che hanno desiderato trasmettere alle comunità future il proprio sentire attraverso la ricerca e la conservazione di oggetti e opere con un valore storico-artistico, in grado di emozionare, raccontare e conservare le memorie di un passato più o meno lontano. Sono spesso il risultato dell’inesauribile entusiasmo di una sola persona, libera da preoccupazioni storico-filologiche e con l’aiuto di pochi collaboratori. Con il passare del tempo e l’incremento dei materiali raccolti, la gestione può diventare molto complessa e numerose sono le difficoltà per procurarsi le risorse che un’adeguata amministrazione economico-finanziaria richiede. I musei pubblici sarebbero la prospettiva migliore, ma non sempre attuabile. Spesso non sono sufficientemente attrezzati o sono bloccati da lacci burocratici e mancanza di fondi, con tempi molto lunghi per concretizzare la collaborazione. Inoltre, nel passaggio irreversibile dal collezionismo privato alla gestione pubblica spesso mutano anche i criteri di allestimento e di esposizione. L’ente pubblico tende solitamente a modificare sostanzialmente il carattere e le finalità stesse delle collezioni. Per i musei del PRECINEMA il rischio è ancora più concreto a causa della natura ibrida delle collezioni, dove il confine tra tecnologia e arte non è ben definito, e sono soprattutto i gusti, gli interessi e il percorso di vita dei singoli collezionisti a donare unità, valore e senso alle raccolte.

Prassinoscopio e dischi per fenachistoscopio, fine XIX sec.

Ipotesi per il futuro del museo

Sulla vita e struttura futura del Museo, stanti gli aspetti problematici, il responsabile organizzativo e progettuale individua queste possibili direzioni: “Due sono le vie percorribili. Il Comune di Padova può prendere in carico la gestione in forma diretta, utilizzando le strutture organizzative interne che già gestiscono i musei civici; altrimenti è possibile optare per la gestione indiretta, con l’affidamento in concessione alla nostra Associazione. Considerando la storia del museo, profondamente legata alle attività e agli interessi di una persona che ha dedicato la sua vita per far rivivere il fascino del PRECINEMA e degli spettacoli di Lanterna Magica, è verso questa seconda forma di gestione che ci si vuole orientare”.

La sete di curiosità ha spinto Laura Minici Zotti giorno dopo giorno a proseguire nella sua attività di collezionista, tanto che ancora oggi continua ad acquistare oggetti che impreziosiscono la sua collezione e permettono ai visitatori del museo di approfondire aspetti della storia del PRECINEMA, che altrimenti rimarrebbero rinchiusi nelle soffitte e dimenticati. La raccolta è ormai molto vasta e per venire esposta nella sua interezza avrebbe bisogno di tutti i tre piani di Palazzo Angeli. La fondatrice ha recentemente proposto al Comune di Padova la donazione dell’intera collezione, alla condizione che venga concesso lo spazio necessario per creare un grande museo e per poter sviluppare nuove attività di valorizzazione e diffusione dell’archeologia del cinema. L’Associazione Compagnia Mondo Niovo, fondata più di quarant’anni fa, continuerebbe così a proseguire la sua missione di valorizzazione degli aspetti spettacolari e popolari collegati all’evoluzione tecnologica e alle ricerche sull’ottica, mantenendo il fascino delle “magiche visioni” e l’illusione di un viaggio nel passato perseguiti dalla fondatrice.

Nota: Si ringrazia per la gentile concessione, da parte del Museo, di notizie, informazioni e immagini relative alla storia della collezione di Palazzo Angeli.

Ornella Cazzador

 

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