Viaggio in Italia di Goethe (Quinta parte)

Abstract

Completiamo la descrizione di Padova con un’ultima scelta di brani di Goethe (dopo i precedenti: 1. Arrivo, 2. Prato Valle, 3. Bo, Salone, Teatro anatomico, 4. Curiosando e orto botanico) con la visita alla Basilica di Santa Giustina, alla chiesa degli Eremitani e con la scoperta della Scuola del Santo o Scoletta. Infine il saluto alla città del grande scrittore tedesco che si conclude con l’attesa dell’imbarco sul Brenta per raggiungere Venezia. I brani sono tratti da Johann Wolfgang von Goethe, Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87. Traduzione dal tedesco di Augusto Nomis di Cossilla (1875).

Citazioni

La basilica di Santa Giustina

“Mi trattenni pure volontieri nella chiesa di S. Giustina, della lunghezza di quattrocento ottanta piedi, larga ed alta in proporzione, di bella e semplice architettura. Questa sera mi collocai in un angolo di quella, ed ebbi campo di abbandonarmi alla più tranquilla meditazione, trovandomi totalmente solo, imperocchè nessuna persona al mondo, la quale per avventura avesse pensato me in quell’istante, non avrebbe mai imaginato per certo, trovarmi colà”.

La Scoletta del Santo

“Nell’oratorio di una confraternita la quale ha S. Antonio per patrono, esistono quadri antichi, i quali ricordano l’antica scuola tedesca, e vi si vedono pure alcuni dipinti del Tiziano, nei quali si possono già riconoscere i progressi fatti dalla pittura, dei quali non è possibile avere idea, a chi non ha varcate le alpi. Vidi pure colà alcuni quadri moderni, e se i loro autori non seppero raggiungere nelle loro opere il sublime, valsero però a dare loro una certa grazia. La decapitazione di San Giovanni del Piazzetta, quando si voglia ammettere la maniera di quel maestro, si può dire in quel senso un capo lavoro. Il santo è rappresentato curvo, col ginocchio diritto che posa sopra un sasso, e colle mani giunte. Il suo sguardo è rivolto al cielo. Il manigoldo, il quale lo tiene legato da tergo, si piega, e guarda il santo nella fisionomia, quasi attonito della rassegnazione di questi. Più in alto sta un altro manigoldo, destinato a portare il colpo, il quale però non tiene ancora la scure, ma fa colla mano il gesto di provare prima il colpo. Un terzo manigoldo, estrae la sciabola dal fodero. L’idea del quadro è felice, quantunque non si possa dire grandiosa, ed in complesso, il dipinto colpisce”.

La chiesa degli Eremitani

 “Nella chiesa degli Eremitani viddi alcuni quadri del Mantegna, uno dei più antichi pittori, i quali mi recarono propriamente meraviglia. Non si può dire quanta evidenza, quanta verità vi sia in quei dipinti! Da questa verità, la quale nulla ha di apparente, di convenzionale, ma che parla soltanto all’imaginazione tuttochè sotto forme alquanto dure, stecchite, le quali hanno per avventura un non so che di stentato, trassero le loro origini i pittori che vennero dopo, quali io li avevo veduti già nelle opere del Tiziano, ed allora la forza del loro genio, l’energia della loro natura, illuminate dal genio dei loro predecessori, sostenute dalle loro proprie forze, valsero a sollevarli a grado a grado dalla terra, ed a renderli capaci di produrre figure propriamente celestiali. Tale si fù lo sviluppo dell’arte in Italia dopo i tempi della barbarie”.

La partenza da Padova

“Ed ora convien pensare a disporre la mia partenza, che domattina, di buonissima ora, mi devo imbarcare sulla Brenta. Oggi qui ha piovuto, ma il tempo si è rasserenato, ed io spero di potere contemplare le lagune, la signora e sposa del mare alla luce di uno splendido sole, e mandare d’in grembo a quello, un saluto di cuore a miei amici”.

Annotazione a margine

Diamo alcune indicazioni sulla Scoletta del Santo che ha destato grande sorpresa nello scrittore tedesco.

La Scuola del Santo o Scoletta, sede storica dell’Arciconfraternita di sant’Antonio da Padova, si trova di fianco all’Oratorio di San Giorgio, sul sagrato della Basilica. Eretta dalla Confraternita nel 1427 fu sopraelevata nel 1504 con la Sala Priorale, decorata da un ciclo di affreschi di Girolamo del Santo e Bartolomeo Campagna e tre tele, una delle quali è del giovane Tiziano. Sulla sinistra dell’entrata della Scoletta è presente la Stele marmorea di Gasparo Gozzi, morto nel 1786 e qui sepolto, opera di Giuseppe Petrelli. L’importante scalone che porta al piano superiore è dell’architetto Giovanni Gloria. Dalla loggia che dà sulla Piazza del Santo si affacciarono nel 1782 papa Pio VI, nel 1800 papa Pio VII e nel 1982 papa Giovanni Paolo II in visita a Padova per impartire la benedizione alla folla.

La Redazione

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