Andrea Memmo e Prato della Valle a Padova

Abstract

Le statue che circondano in un doppio anello Prato della Valle raccontano mito e storia della città e sono parte del geniale progetto di Andrea Memmo, patrizio veneziano, Provveditore della Serenissima a Padova e dell’abate Domenico Cerato, professore di architettura a Vicenza e Padova e progettista di opere pubbliche, come abbellimento della grande piazza nel momento della bonifica attraverso la canalizzazione delle acque che la rendevano paludosa e malsana.

La piazza

La piazza, che in precedenza era chiamata Campo Marzio, come dice lo Sberti, un importante storico dell’ottocento, prende quindi il nome di Isola Memmia dal suo ideatore e finanziatore. “Perchè poi questo Prato, detto negli antichi tempi Campo Marzo, siasi chiamato di poi Prato della Valle, non saprei facilmente indovinarlo. Io credo però di appormi nel giudicare, che essendosi alzate tanto le contrade di Padova, come ognun sa (poichè si trovò più volte nelle escavazioni, anche a dì nostri, alla profondità di 16 ed anche 18 piedi, dei pavimenti e delle botteghe), essendo rimasto basso questo Prato per necessaria conseguenza, vi sieno concorse molte acque, e così sia divenuto una quasi valle, e alzato di poi, per quanto si è potuto, da cittadini, siasi ridotto ad una sufficiente altezza”. (1) Il luogo, di poco fuori dalle mura romane, ha una sua storia: ci sono i resti di un teatro romano e si hanno notizie di un anello, o un circo, per la corsa dei cavalli. È stato anche il luogo del martirio dei santi cristiani Giustina e Daniele ed è stato poi cimitero, essendo vicino alla grande Abbazia di Santa Giustina.

Fiere, feste e mercati in Prato

Luogo di fiere e mercati, a lungo la piazza è stata mercato bestiame per tutto il territorio padovano, e luogo di gare e giostre, come quella dei “sedioli”, una specie di biga. Pratodella Valle divenne nel medioevo il luogo ideale di una festa di popolo, sulla falsariga di analoghe feste che si svolgevano intorno ai castelli o nelle città medievali, il cosidetto “castello d’amore”, momento di incontro tra giovanotti e regazze da marito e di scontro giocoso con lancio di ogni tipo di frutta e verdura da parte di ragazze sopra un carro verso i sottostanti giovani che rispondevano ‘al fuoco’ a suon di arance e pomodori o di altre simili ‘armi’ come dice ancora lo Sberti: “e quello (castello) dovendo li homeni combattere secondo la costumanza di que tempi con limoni, naranze, melegete, ed altre specie”. La festa procedeva anche oltre con grandi bevute e qualche improvvisa zuffa, che a volte finiva a coltellate tra giovani di città vicine o tra ragazzi di città e del contado. In una di queste occasioni a Treviso il gioco per invogliare le ragazze a scegliere i ragazzi di Treviso (con parole gentili e preghiere), piuttosto che i veneziani (che offrivano ogni tipo di spezie con ducati e monete), piuttosto che i padovani (che offrivano ogni ben di dio: pollastri, galline cotte, tortorelle e torte) finì in una vera battaglia tra trevigiani, veneziani e padovani.

Le statue

Torniamo alle attuali statue: sono 78, otto sono gli obelischi e due i piedistalli vuoti. Molti i papi che hanno avuto un qualche rapporto con la città (Paolo II, Eugenio IV, Alessandro VIII, Clemente XIII), i grandi personaggi di Padova o che a Padova hanno vissuto (Tito Livio, Galilei, Petrarca, Tasso, Ariosto, Mantegna), sono poi molti i nobili padovani che hanno sovvenzionato la propria statua e contribuito alla realizzazione dell’opera. Tra le curiosità da segnalare: la presenza di un’unica donna, Gaspara Stampa, oltretutto ai piedi della statua di Andrea Briosco, la mancanza di dogi veneziani, le cui statue, sei, furono abbattute dall’esercito napoleonico e le statue di Giotto e di Dante, che si trovano sotto le arcate della Loggia Amulea, non nell’anello del Prato.

Collocazione delle statue e personaggi raffigurati

Lo schema qui riportato è tratto da Wikipedia, l’elenco delle statue, la relativa collocazione, i nomi e i dati storici e biografici dei personaggi con i nomi degli scultori si trovano in https://it.wikipedia.org/wiki/Prato della Valle#Personalit%C3%A0 raffigurate nelle statue

Note:

1) Degli spettacoli e delle feste che si facevano in Padova opera dell’Abate Anton Bonaventura Sberti, Padova, A spese di Adolfo Cesari, 1818, p.19.

Antonio Fiorito

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