I cinque protomartiri francescani nella basilica del Santo

Abstract

In questo anno 2020 si celebra il centenario dell’ingresso di sant’Antonio nell’Ordine Francescano (1220), sollecitato anche dall’arrivo a Coimbra, dove il Santo si trovava, delle reliquie dei primi cinque francescani martirizzati in Marocco. Questo breve articolo si sofferma sul culto e le attestazioni iconografiche relative ai Protomartiri presenti nel complesso antoniano e su un rilievo in marmo di Carrara, raffigurante la Vergine che appare a santi e beati francescani, già collocato nella cappella del beato Luca Belludi.

Giovane sacerdote agostiniano, Fernando, a Coimbra, ebbe modo di incontrare la giovane comunità minorita della chiesa di Sant’Antonio dos Olivais quando, nel 1220, vi giunsero le reliquie dei protomartiri francescani, gli italiani Berardo da Calvi, Ottone da Stroncone, Pietro da Sangemini, Accursio Vacuzio e Adiuto da Narni, mandati da san Francesco tra i Saraceni e decapitati in Marocco il 16 gennaio 1220. Tale incontro fu fondamentale nell’orientare Fernando verso il giovane Ordine Francescano, in cui chiese e ottenne l’ammissione, cambiando in quel momento il suo nome da Fernando ad Antonio.

In Basilica

Nella basilica il culto verso i cinque protomartiri trovò almeno tre attestazioni. Nella Sala del Capitolo, decorata dal problematico e malconcio ciclo di affreschi giottesco, in una lunetta è raffigurato il Martirio dei protomartiri. Sappiamo per certo, grazie ai documenti, che un altare dedicato ai protomartiri, ora non più esistente, fu fatto innalzare per volontà di Antonio Capodivacca nel 1496 sulla facciata sud del pilastro ovest della cupola del presbiterio: chi entrava nella basilica dalla porta meridionale, cioè dal chiostro della Magnolia, vedeva davanti a sé, di fronte, questo altare, che venne demolito alla metà del XVII secolo. Oggi il pilastro ospita il monumento a Pio Capodilista, che fino alla metà del Seicento si trovava sulla faccia opposta, settentrionale, dello stesso pilastro.

Si conserva invece ancora il rilievo in marmo di Carrara, eseguito dalla scultore Felice Chiereghin (Padova, 1752 – dopo il 1791), raffigurante la Vergine che appare a santi e beati francescani.

Il rilievo fu posto originariamente (e vi rimase fino al 1871) nella cappella Belludi (o cappella Conti, o cappella dei Santi Filippo e Giacomo), affrescata da Giusto de’ Menabuoi, allo scopo di coprire una sepoltura del secolo XIV, di un membro della famiglia Conti, ritenuta non indicata per il luogo sacro. Il rilievo, nella sua interezza, è composto di tre lastre. Ai lati San Filippo  e San Giacomo e nella lastra centrale una raffigurazione più complessa: al centro l’Assunta fiancheggiata dal beato Luca Belludi e dal beato francescano portoghese Zaccaria; sotto, in piedi, i Cinque Protomartiri francescani, san Francesco e sant’Antonio, sulla sinistra altri beati francescani: Damiano dei Conti, Fidenzio, Giacomo Ongarello, Giacomo martire.

Il rilievo sullo sfondo a sinistra reca delineata una chiesa, che fino a un certo punto richiama la basilica del Santo; la raffigurazione si avvale di un pacato linguaggio di stampo classicista, che nel santuario antoniano, e nel corso del Cinquecento, fu splendidamente attuato dai diversi artisti che lavorarono nella cappella dell’Arca nel transetto di sinistra della chiesa.

Felice Chiereghin eseguì diverse altre opere per Padova e il territorio. Suo è il gruppo con San Lorenzo Giustiniani della Cattedrale e gli spettano anche diverse statue di Prato della Valle.

Giovanna Baldissin Molli

Immagini


Felice Chiereghin, Apparizione della Vergine a santi e beati francescani, fototeca del Centro Studi Antoniani (foto di Giorgio Deganello)